24.03.2024

Enrico Castellani | Museo d'arte Mendrisio

Museo d'arte Mendrisio, Mendrisio
24 marzo - 7 luglio 2024

ENRICO CASTELLANI
MUSEO D'ARTE MENDRISIO
24 MARZO - 7 LUGLIO 2024

Il Museo d’arte Mendrisio inaugura sabato 23 marzo alle 18.00 la mostra Enrico Castellani, una retrospettiva comprendente sessanta opere che abbraccia l’intera carriera dell’artista. Dipinti, opere su carta, installazioni, sculture, stampe e un’intera sezione documentaria – con alcuni inediti – sono presentati nel percorso espositivo con pertinenza cronologica attraverso le sale, ciascuna delle quali è dedicata a un momento specifico della ricerca di Castellani. La mostra è curata da Barbara Paltenghi Malacrida, Francesca Bernasconi, Federico Sardella, ed è organizzata in collaborazione con la Fondazione Enrico Castellani.

Enrico Castellani (1930-2017), uno tra i massimi esponenti della scena artistica del secondo Novecento, ha lavorato tutta la vita alla propria idea di rappresentazione dello spazio sulla tela, raggiungendo risultati tali da divenire una delle figure di riferimento dell’arte a livello internazionale. Ad oggi, però, nessun museo svizzero gli aveva mai dedicato una personale: questa al Museo d’arte Mendrisio non è soltanto la sua prima esposizione in territorio elvetico ma costituisce anche la prima retrospettiva dopo la morte dell’artista.
L’intento di questa esposizione è quello di offrire una visione complessiva della straordinaria carriera di Castellani, dalla fine degli anni Quaranta al primo decennio del XXI secolo. In un andamento prettamente cronologico, che consente di cogliere le diverse fasi del suo percorso di ricerca, le sale si caratterizzano per nuclei di opere accomunate da analoghe peculiarità seppur nell’estrema varietà degli esiti.
Spazio, tempo, variazione, ripetizione: in un’infinita scala di combinazioni le superfici monocrome di Castellani cancellano l’idea classica della rappresentazione per aprire nuovi canali percettivi: il suo alfabeto visivo parla la lingua della luce, le sue superfici, come lui stesso scrisse nel 1961, «non facendo più parte del dominio della pittura o della scultura, e potendo assumere dell’architettura il carattere di monumentalità o potendo ridimensionarne lo spazio, sono il riflesso di quello spazio interiore totale, privo di contraddizioni, cui tendiamo. E pertanto esistono, in quanto oggetti di istantanea assimilazione, la durata di un atto di comunicazione; prima che il tempo le confini nella loro materiale precarietà».