La galleria A arte Studio Invernizzi ha inaugurato martedì 14 ottobre 1997 una mostra personale dell'artista francese François Morellet in cui sono state presentate un'installazione pensata appositamente per lo spazio della galleria e alcune opere recenti dal titolo Stainless Stil-Life.
François Morellet scrive: "... Molto prima di Pollock, per il quale il termine è stato coniato, possiamo trovare degli "all-over": tra gli altri in Monet, Delaunay, Mondrian, Van Doesburg, Klee, Rodchenko, Strzeminski, Mirò, Balla ecc.
Le pareti ... si liberano progressivamente delle loro tinture e delle loro tappezzerie per divenire neutre e bianche come una tela d'artista.
In tal modo ... la pittura può esplodere in "all-over", frammentazioni ed altre "installazioni".
Ma cosa ne è della "scultura"? È stata anch'essa in grado di schiudersi in "all-over" o meglio in "allaround"?
Era possibile pensare che, perdendo il proprio basamento e adottando una struttura regolare e ripetitiva, essa potesse suggerire un'espansione nello spazio paragonabile a quella realizzata dalla tela sulla superficie della parete.
Così non è, ne feci io stesso l'esperienza negli anni '60.
Per la sua estensione, la tela "all-over" si era servita della parete; mentre la struttura candidata all"'allaround" si prepara ad affrontare uno spazio troppo pieno per lasciarsi invadere dal primo venuto.
Inutile, quindi, aspettarsi che una parte di struttura possa proliferare da sé in uno spazio qualsiasi. Innanzitutto è necessario considerare uno spazio ben chiuso e vuoto e non uno spazio aperto; poi sarà necessario ripopolare questo spazio, ad intervalli regolari, con frammenti di una struttura.
Quindi, considerati luogo e spettatore, la struttura potrà proliferare prima nello spazio strutturato e poi, inesorabilmente, in tutto l'universo.
Si tratta, spero, di ciò che accadrà a Milano dove potremo vedere venti neon attraversare la galleria A arte Studio Invernizzi partendo dall' infinito per poi ritornarvi secondo l'esplicito palindromo: oo NOENDNEON oo" ,
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue contenente il testo sopracitato, una prefazione del Dr. Pierre Berthier, Direttore del Centre Culturel Français de Milan, una lirica di Carlo Invernizzi, un apparato bio-bibliografico e quindici immagini fotografiche che documentano alcune installazioni degli ultimi anni e l'esposizione in galleria.