La galleria A arte Studio Invernizzi ha inaugurato mercoledì 24 maggio 2006 la mostra personale dell’artista Rudi Wach il quale ha creato per questa occasione un ciclo inedito di disegni di grandi dimensioni.
“Rudi Wach disegna (...) corpi assolutizzati nel vuoto (...) corpi sospesi, colti in un momento instabile che li mette in una situazione di pericoloso disequilibrio. Difficile immaginarli fermi, immobili, verticali; si tratta di corpi attraversati da un movimento che è parte intrinseca del loro essere. Un movimento che è difficile descrivere sia nei suoi sviluppi e nelle sue dinamiche, sia nella sua destinazione finale, che facciamo fatica ad immaginare possa concludersi o tacere. È, dunque, un movimento che mette il corpo in una condizione di trasformazione e di instabilità. È un movimento reale che corrisponde, però, anche ad una metafora, alludendo, evidentemente, in maniera fin troppo chiara, alla condizione di trasformazione che attraversa la stessa biologia di quei corpi. L’instabilità, l’impossibilità a restare, ad assumere una postura certa e chiaramente leggibile, corrisponde direttamente alla condizione di instabilità e di impermanenza che caratterizza la soglia tra umano ed animale. Il tema ricorrente dei disegni di Wach è la danza (...) per parlare del movimento non come atto dei corpi ma come condizione metaforica, simbolica ed ancestrale. Come l’atto della generazione. Il movimento, dunque, come immagine del divenire che procede dalla trasformazione messa in opera dall’atto inaugurale della creazione. Il movimento e il divenire come condizione del corpo che non può più, e non sa, rinchiudersi dentro la sfera chiusa della identità.”
La mostra è stata accompagnata da una monografia a cura di Epicarmo Invernizzi contenente saggi di Massimo Donà, Carlo Invernizzi, Lorenzo Mango, Francesca Pola, Elmar Zorn, le riproduzioni delle opere esposte in galleria, un ampio apparato iconografico e bio-bibliografico.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con il Forum Austriaco di Cultura a Milano.